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La nostra vacanza giovani 18-24 anni

La vacanza è “per-formante” in quanto pensata come un percorso formativo dedicato all’incontro e al consolidamento degli strumenti educativi del modello politico-pedagogico Rousseau.

Ideata come viaggio di crescita personale che porti a una progressiva e consapevole maturazione di sé come individuo, si rivolge tanto a chi desideri diventare monitore/trice o ragazzo/a alla pari delle Officine Rousseau, quanto a chi più semplicemente voglia intraprendere un’esperienza di formazione e arricchimento personale.

Da qui la scelta del cammino a piedi come modalità di spostamento: si lascerà così spazio a riflessioni e discussioni che verranno affrontate tutti assieme a fine giornata, magari in cerchio, davanti a un fuoco e sotto le stelle…

La proposta di un’esperienza di cammino collettivo pone di fronte agli occhi del singolo e della comunità tre questioni centrali: dove sono, cosa porto, dove andrò. Adolescenti, RAP (ragazzi/e alla pari) e giovani ventenni intraprendono un percorso formativo che risponda a principi di essenzialità, condivisione, responsabilità, avventura e prospettiva critica.

Pur essendo devolta a un fino educativo, di accrescimento personale e di gruppo all’interno di un modello preferenziale, la vacanza inizia inequivocabilmente proprio con la preparazione – presupposto inscindibile per un risultato che possa lasciar spazio al vero contenuto del cammino: si parte focalizzando l’attenzione su chi siamo e quanto conosciamo di noi stessi/e; quando e come utilizziamo le nostre capacità; quali scelte ponderiamo e decidiamo di prendere; come manifestiamo le nostre posizioni nelle circostanze della vita.

La parabola della vacanza traccia un percorso che dal singolo porta al collettivo: lo scopo è affrontare un viaggio che, con un pizzico di avventura, conduca a una meta che si raggiungerà insieme e porti al raggiungimento della comunità educante.

Affrontiamo i sentieri perlustrando paure e timori, camminandoci dentro fianco a fianco a dei/delle veri/e compagni/e, lasciando che il non-conosciuto ci venga in contro.

È proprio da questa postura di interrogazione e di fiducia che si manifesta la bellezza di scoprire assieme, protetti dal fatto che siamo adulti/e inconsapevoli, proprio perché qualcuno/a di noi – chi più e chi meno – ha già intrapreso un pezzetto di quel particolare cammino: diventare abitanti responsabili di questo mondo.


Ci serviremo di un diario di viaggio che possa raccogliere le esperienze e le riflessioni personali per esplorare gli strati sottili della realtà dentro e fuori da sé, specchio di pensieri, emozioni e vissuti.

Domande, curiosità, metodo e attività riempiranno le pagine giorno dopo giorno.

Ogni giornata sarà condotta da un’équipe a rotazione, composta da un gruppo di ragazzi/e responsabili dell’organizzazione e del taglio pedagogico delle ventiquattro ore successive; sarà proposta di volta in volta una “sfida del giorno”, pensata secondo una logica volutamente ritualizzata: preparazione, iniziazione, assunzione, riflessione, digestione, valutazione, azione e, in ultima sede, conclusione.


Non c’è un punto di ritrovo per la partenza (che farà già parte dell’esperienza stessa): tutti/e i/le partecipanti – performatori/trici inclusi – partono individualmente dalla propria porta di casa in sola compagnia del proprio bagaglio pensato per l’occasione. Il punto di ritrovo è il viaggio stesso o la prima tappa. Il resto del viaggio si svolge a piedi: un vero cammino che, a seconda delle esigenze del gruppo e delle idee che vengono fuori, può subire modifiche e cambiamenti. La meta finale presuppone l’inizio dell’ultima parte del viaggio: quella verso casa – svolta in autonomia, in piccoli gruppi o addirittura con il gruppo intero.

Si parte con uno zaino essenziale: tende, sacco a pelo, razioni, borracce, fornellini, vestiti essenziali comodi, un diario e una penna. Per pernottare si individuano aree in cui è consentito fare campeggio libero, in campeggi attrezzati o in ostelli lungo la strada.

Come in ogni esperienza Rousseau, è offerta la possibilità di creare una grande cassa comune in cui siano inseriti i contanti che ciascun/a partecipante porta con sé per l’acquisto di alimentari e per eventuali pernottamenti a pagamento durante il viaggio.

Si decidono insieme le tappe che si faranno, si dormirà dove ci si vorrà fermare (ospitati o assemblati tra i boschi), le attività verranno svolte principalmente nei momenti in cui si sospenderà il cammino. Dunque, l’arrivare non sarà un dovere ma un piacere! In questo modo si potranno affrontare collettivi tematici alla mattina – che saranno oggetto di riflessione durante il cammino – per poi condividerle (magari davanti a un fuoco) nel gruppo, ricostruendo la giornata attraverso singole prospettive e momenti significativi (difficili e non, tutto incluso nel pacchetto “voglia di crescere”).


Il cammino scelto varia di anno in anno a seconda delle considerazioni avanzate dalla commissione di lavoro che si attiva per individuare il sentiero su cui prenderà forma la vacanza.

Si prediligono cammini sul territorio nazionale di circa una settimana per ridurre le spese di spostamento e facilitare l’organizzazione e la progettazione del viaggio, per le quali sono invitati a prender parte fin da subito gli/le stessi/e partecipanti.

Si scelgono sentieri che attraversino aree naturali, per avere la possibilità di bivaccare la sera – al calare del sole – per poi riprendere a camminare il mattino seguente. Ogni giorno si percorrono tracciati di 10/15 km, e, a seconda dei tratti, si affrontano dislivelli di misura variabile. Ogniqualvolta si incontra un paese o una città si coglie l’occasione per rifornirsi di vivande e di tutto l’occorrente.

Il viaggio a stretto contatto con la natura si svolge nel segno del rispetto e della tutela, per costruire un equilibrio di convivenza sostenibile con l’ambiente umano e naturale circostante.

Uno zaino troppo pesante, una colazione non abbastanza nutriente, un sentiero bello complicato… tante sono le preoccupazioni che mi accompagnano lungo il viaggio verso Badolo. Trovo subito un compagno di avventura a cui si aggiungono altri tre pionieri, incerti anche loro su cosa aspettarsi ma pronti a camminare, divertirsi e trasformarsi.

Badolo in realtà è via Badolo, ma non ci facciamo domande e ci ridistribuiamo i pesi (biscotti permettendo). La prima salita la facciamo con timidezza: ascoltiamo le nostre spalle e le nostre schiene misurando le energie e chiacchierando sulle nostre vite. Al posto del resto del gruppo troviamo un bigliettino, e capiamo subito una cosa: inizia l’avventura!

Un signore, che per il resto della vacanza chiameremo “Maimani” (o altri cognomi simil-orientali), ci spiffera il posto dove è nascosto il “comunicato 5” non prima di averci riempito le borracce. Inizia una caccia incerta che ci fa vagare sulla “via maestra” e che stimolerà nel gruppo diverse congetture complottiste.

Comunità e Fuoco

Pur non avendo ancora trovato il comunicato “potete mangiare”, decidiamo comunque di fermarci e gustarci il nostro pranzo al sacco, seguito da un breve pisolino. Il risveglio ci ricorda la nostra missione: scalare il Monte Adone. Dopo un lungo dibattito su che strada fosse meglio prendere, ci incamminiamo sull’asfaltata.

Ogni Decisione Porta A Diverse Conseguenze

Per fortuna (forse) abbiamo preso una decisione insieme e corretta: durante il nostro cammino incontriamo una Miriam stremata (tre ore ad aspettarci!); ci sottopone un indovinello che ci permette di acquisire uno strumento le cui opere vedrete colorare questo diario: una polaroid!

A questo punto tutto diventa sorprendente: Massimo, Delia e Giuseppe spuntano dal nulla sottoponendoci sfide e indovinelli criptici ma coinvolgenti.

Gioco delle Marionette!

Il gruppo unito finalmente trova tutti i suoi volti, e i suoi sorrisi riempiono l’aria di voglia di scoprirsi. Inizia la breve ma intensa scalata verso la cima del Monte Adone; rocce e sabbia fanno da contorno alla nostra curiosa camminata. È una grossa croce decorata con i più vari doni dei viaggiatori ad indicarci che abbiamo raggiunto la Vetta del Monte!